La norma approvata dal consiglio dei ministri trasforma il precedente esonero contributivo parziale nell’erogazione di una somma in un’unica tranche per il 2025 per i redditi fino a 40mila euro
Il bonus per le mamme, lavoratrici autonome e titolari di rapporto a termine quest’anno cambia: dall’esonero contributivo parziale diventa un bonus erogato dall’Inps. La novità è contenuta nel decreto omnibus approvato dal consiglio dei ministri di venerdì 20 giugno che ha stanziato ulteriori 180 milioni, portando la dote complessiva del bonus a 480 milioni.
Il nuovo regime per il 2025
Per il 2025, alle lavoratrici madri di due figli (con esclusione dei rapporti di lavoro domestico), fino al mese del compimento del decimo anno del secondo figlio, che presentano domanda all’Inps, sono riconosciuti fino a 480 euro su base annua, una somma non imponibile ai fini fiscali e contributivi. la cifra riconosciuta in realtà è pari a 40 euro mensili per ogni mensilità occupata in attività lavorativa, ma viene corrisposta a dicembre su base annua in un’unica tranche alla madre titolare di reddito la lavoro non superiore a 40mila.
La stessa somma è riconosciuta anche alle madri lavoratrici con più di due figli e fino al mese di compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo ( sempre con l’esclusione dei rapporti di lavoro domestico), titolari di reddito la lavoro non superiore a 40mila euro su base annua. La condizione è che il reddito da lavoro non consegua da attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato e, in ogni caso, per le mensilità non occupate in tale tipologia di attività da lavoro.
Le mensilità spettanti decorrono dal 1° gennaio 2025 fino alla mensilità di novembre, e come già detto sono corrisposte a dicembre, in unica soluzione, in sede di liquidazione della mensilità relativa al medesimo mese di dicembre. I costi sono valutati in 480 milioni per il 2025, di cui 418 milioni di oneri e 62 milioni di minori entrate per il 2025.
Manca il decreto attuativo
Da notare che si è ancora in attesa del decreto attuativo per il bonus mamme 2025 del ministro del Lavoro, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze. Poi a seguito dell’adozione del decreto, l’Inps potrà fornire le indicazioni per la disciplina e la gestione del bonus mamme 2025. Ancora dunque non si possono presentare le domande all’Inps.
Nel 2026 si torna alla detrazione
Per il 2026 alle lavoratrici dipendenti (sempre a esclusione dei rapporti di lavoro domestico), nonché alle lavoratrici autonome che percepiscono almeno uno tra redditi di lavoro autonomo, redditi d’impresa in contabilità ordinaria, redditi d’impresa in contabilità semplificata o redditi da partecipazione e che non hanno optato per il regime forfetario, è riconosciuto, nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui, un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore.
Le lavoratrici devono essere madri di due o più figli e l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. L’esonero contributivo per il 2026 spetta a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40mila euro su base annua
Resta l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici con contratto a tempo indeterminato
La novità riguarda le lavoratrici autonome e con contratti a tempo. Alle lavoratrici con contratto dipendente a tempo indeterminato (escludendo i rapporti di lavoro domestico) madri di tre o più figli, la legge di Bilancio 2024 aveva previsto un esonero totale dei contributi previdenziali fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, valido dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026. Questo esonero, che può arrivare fino a 3mila euro annui, viene riconosciuto su richiesta della lavoratrice al datore di lavoro.
In via sperimentale, tale esonero era stato esteso nel 2024 anche alle lavoratrici madri di due figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Le novità della legge di Bilancio 2025 rimaste sulla carta
La legge di Bilancio 2025 ha introdotto un esonero parziale per le lavoratrici titolari di un rapporto di lavoro dipendente, sia a tempo determinato che indeterminato, con reddito annuo fino a 40mila euro, nonché in favore delle lavoratrici autonome.
Dal 1° gennaio 2025, possono beneficiare di tale misura le lavoratrici madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Dal 2027, le lavoratrici madri di tre o più figli potranno beneficiare dell’agevolazione fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. Tuttavia le norme della Manovra 2025 sono rimaste solo sulla carta, in mancanza del decreto attuativo Lavoro-Mef.




